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Nel nostro Intestino, o parlando in maniera più tecnica nel nostro Sistema Nervoso Enterico, si trovano 500 milioni di neuroni, sparsi soprattutto nel colon, quasi tanti quanti quelli presenti nel Midollo. In base ai più recenti studi sappiamo che il nostro intestino fa uso di più di 30Intestino, il nostro neurotrasmettitori, molti dei quali sono identici a quelli presenti nel sistema nervoso centrale, come l’acetilcolina, dopamina e serotonina, che stanno alla base di molti processi primari, quali sonno, apprendimento, contrazioni muscolari, movimento, memoria, comportamento e cognizione, attenzione, umore, eccitazione, etc. Più del 90% della serotonina, e il 50% della dopamina del corpo si trova nello stomaco.

I più recenti studi sono arrivati a concludere che l’intestino è un organo intelligente che si emoziona, e che lui sia effettivamente il nostro «secondo cervello» che vive nel ventre di ciascuno di noi. Connessione tra i due cervelliIl nostro «secondo cervello» è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione, infatti le sue cellule producono neurotrasmettitori e proteine che contribuiscono al buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, questo a dimostrazione del fatto che sono direttamente collegati, e che vi è una totale integrazione fra i due cervelli, distanti e separati sì, ma operanti in sintonia ed integrazione per le funzioni vitali dell’essere stesso. Il cervello è continuamente informato di ciò che avviene nell’intestino, in modo da sapere sempre l’esatta misura dell’apporto energetico su cui può contare, ed in più ci spiega il motivo per cui quando viviamo una forte emozione la percepiamo anche nel nostro apparato digestivo (stomaco ed intestino per esempio).

Come spesso capita la scienza traduce qualcosa che è nota da tempo, infatti fin dai tempi più antichi si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e anche dell’inconscio. Oggi noi possiamo aggiungere che se così fosse, per fare questo occorrerebbe che il nostro «secondo cervello» potesse elaborare i dati autonomamente da quello superiore: cosa che effettivamente fa. Chiediamoci ora qual’è la cosa che entra in contatto con il nostro apparato digerente e capiremo immediatamente il ruolo principale che riveste il “cibo” in tutto questo meccanismo. Vediamo insieme il percorso.

Per saperne di più

Il neurone è l’unità cellulare che costituisce il tessuto nervoso, il quale concorre alla formazione, insieme al tessuto della nevroglia e al tessuto vascolare, del sistema nervoso. Grazie alle sue peculiari proprietà fisiologiche e chimiche è in grado di ricevere, integrare e trasmettere impulsi nervosi, nonché di produrre sostanze denominate neurosecreti. Leggi tutto su Wikipedia

Un neurotrasmettitore (o “neuromediatore”) è una sostanza che veicola le informazioni fra le cellule componenti il sistema nervoso, i neuroni, attraverso la trasmissione sinaptica (o sinapsi). Leggi tutto su Wikipedia


COSA SI DICE …

Nel mangiare da soli si nasce, nel mangiare insieme si conversa e il cibo materiale diventa l’occasione per nutrirsi delle parole degli altri.”

Salvatore Natoli

COSA SI DICE…

“Le basi della medicina psicosomatica sono da rintracciarsi proprio nel rapporto tra sistema nervoso vegetativo centrale e controllo vegetativo dei diversi organi. Le emozioni possono quindi modificare il funzionamento degli organi e una malattia in un organo può modificare le nostre emozioni”

Prof. Pietro Cortelli dell’Irccs, Istituto di scienze neurologiche, Dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna-Ospedale Bellaria

Distingueremo:

  • il chimo, cibo ingerito dalla bocca e predigerito dallo stomaco, quando transita nella parte all’uscita dello stomaco verso e nel duodeno;alimento-per-una-dieta-equilibrata
  • il chilo, e’ il bolo – cibo – pronto ad essere assorbito, in sostanze vitali e/o non, e che, una volta assorbite dalla mucosa intestinale per mezzo dei villi, vengono in seguito trasportate dal sangue alle cellule per il loro nutrimento, il suo percorso va dal duodeno, digiuno e nell’ileo, zone nelle quali convive la nostra flora autoctona biovitale – batteri, funghi, enzimi – flora deputata al ridurre in molecole.

Il cibo quando oramai è divenuto bolo intestinale, passa nel tubo digerente a contatto con la mucosa intestinale, dove sono situati i neuroni che al passaggio del bolo, si stirano e stimolano di conseguenza delle cellule (enterocromaffini) a liberare la serotonina che a sua volta agisce su altri neuroni che sono situati sotto la mucosa stessa, che comandano a loro volta le cellule muscolari, all’interno dell’epitelio della mucosa del tubo digerente, di dilatarsi e/o di contrarsi (si contrae a monte e e si dilata a valle, per capire meglio immaginate i movimenti di un bruco).

Riprendiamo ora le parole di un esimio filosofo tedesco vissuto nel 1800, e contemporaneamente allarghiamo il concetto di cibo anche alle relazioni, ai nostri pensieri, noi infatti non “mangiamo” solo materia ma anche energie sottili.

“L’uomo è ciò che mangia.”

Ludwig Andreas Feuerbach

Abbiamo detto che gli stati d’animo dipendono anche dallo stomaco, e cominciamo a capire il perché. Il secondo cervello secerne delle sostanze psicoattive (oppiacei, antidolorifici, calmanti) che influenzano gli stati di animo. È stato infatti dimostrato che l’utilizzo improprio di determinati farmaci, come ad esempio quelli gastroenterici possono produrre alterazioni cerebrali/mentali nella testa e che gli psicofarmaci possono produrre effetti indesiderati nell’intestino. La flora intestinale svolge un’azione decisiva di comunicazione fra l’apparato digerente e il sistema nervoso centrale.

Succede questo nella comunicazione bilaterale dei nostri due cervelli:

  • Il cervello dell’apparato digerente memorizza le emozioni che sono state raccolte nella testa, quindi il cervello superiore elabora e suscita le emozioni
  • La pancia le elabora con quelle già memorizzate nell’inconscio in precedenza e prepara un profilo emotivo sul quale vanno ad impiantarsi le attività del cervello superiore
  • Vengono fornite le variazioni di livello delle funzioni adatte dell’apparato intestinale e quindi dell’intero sistema bio cibernetico.

Deduciamo che ogni situazione emotiva e/o di cibo e/o di introduzione di farmaci e/o di vaccini inadatti, genera nell’intestino, nel nostro «secondo cervello» delle reazioni, che possono essere piccole, medie, grandi e che sono utili ad ogni situazione (conscia e/o inconscia gestite dai due cervelli) vissuta nella vita quotidiana. Il «secondo cervello» non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente dal cervello “primario”, come dice la stessa neurogastroenterologia che enumera fra le malattie causate dallo stress la colite, l’ulcera, i bruciori di stomaco ecc.

CERVELLO-INTESTINO – «Ci sono prove del fatto che sono proprio i batteri intestinali ad aiutare a mantenere il contatto bidirezionale tra le componenti dell’asse cervello-intestino – sottolinea il dottor Peter Konturek del Dipartimento di Medicina del Teaching Hospital of the University Jena, in Germania, autore, con alcuni collaboratori, di un articolo sul tema pubblicato sul Journal of physiology and pharmacology -. In altre parole, lo stress modifica la flora batterica, ma è vero anche il contrario, ossia che i batteri dell’intestino possono avere un profondo effetto sull’asse cervello-intestino e possono modulare la motilità, la permeabilità e la sensibilità dei visceri».Questa comunicazione tra i batteri e l’asse nervoso cervello-intestino avviene attraverso vari meccanismi: lo scambio di messaggi ormonali con le cellule della mucosa intestinale, la comunicazione con le cellule immunitarie, ma anche diretta comunicazione tra batteri e cellule del sistema nervoso enterico. Un sistema che è una rete inestricabile di oltre cinquecento milioni di neuroni concatenati tra loro e distribuiti per oltre nove metri lungo tutto l’apparato digerente. Un numero di neuroni circa uguale a quello presente nel midollo spinale umano. «Si tratta di una divisione del sistema nervoso vegetativo che funziona proprio come un “cervello intestinale”, necessario per integrare le funzioni delle ghiandole secretorie, del flusso sanguigno e della muscolatura liscia che rendono possibile la digestione» spiega il professor Pietro Cortelli”

Leggi tutto >> Il nostro (secondo) cervello che funziona «a batteri» Corriere della sera – 13 gennaio 2014

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